A gennaio non abbiamo granché da fare nel nostro apiario.

Possiamo comunque dare un’occhiatina ai fondi antivarroa per chi li inserisce a fine stagione.
Io, dal mio modestissimo punto di vista e considerata l’umidità persistente nella zona del mio apiario, ho deciso di non inserirli in modo da non aumentare i ristagni di acqua e la formazione dannosa di eventuali muffe.

Quando decido di voler fare un controllo per verificare il grado d’infestazione da acaro, (se avete eseguito in modo corretto il blocco di covata e il trattamento con acido ossalico, non ve ne sarebbe bisogno.) un paio di giorni prima inserisco i fondi antivarroa.

Dalla lettura degli stessi si possono evincere 3 informazioni:
se non vi sono residui di cera la famiglia è morta,
se vi sono residui di cera potete capire dove si trova il glomere,
tra i residui di cera potreste scorgere degli acari, 1 o 2 non destano alcun pericolo per la salute della vostra famiglia.

Questo è un periodo per cui i piccoli roditori affamati in cerca di cibo possono addentrarsi all’interno degli alveari. Questo per loro è un luogo ideali per mantenersi al caldo e per nutrirsi di cera, polline e miele l’asciando i propri escrementi all’interno dell’arnia. Capite anche voi che questo non è molto salubre per le api. Le stesse, raggruppate in glomere per mantenersi calde, tenderanno a non aggredire lo sgradito ospite.

Il consiglio che mi sento di darvi è quello di mantenere la porticina a pettine abbassata dal lato in cui ha meno fori.

Il glomere non si sposta lateralmente sui favi con il freddo, ma si muove verso l’alto dove vi é più caldo (la vostra famiglia può morire di fame anche avendo le scorte molto vicine).
Il mio consiglio è quello di mantenere sul coprifavo un panetto di candito.